Casorzo e Montemagno, tra le chiese e i castelli del Monferrato

Nel 1164 Federico Barbarossa riconobbe nel marchese Guglielmo il Vecchio di Monferrato i diritti su Casorzo, destinato a divenire caposaldo del sistema politico dei marchesi monferrini; il feudo fu venduto nel 1621 ai conti Picco che mantennero i diritti feudali fino alla loro soppressione. Ma la storia di Casorzo è legata soprattutto a un fatto tragico accaduto nel 1624 durante la guerra franco-spagnola, quando gli spagnoli occuparono il paese e incendiarono la parrocchiale provocando la morte di trecento persone.

Verso l'anno Mille, quando il territorio era ancora coperto da estese boscaglie, in questo lembo d'Italia che oggi si chiama Monferrato, muoveva i primi passi la vicenda storica e umana della Comunità di Montemagno. Il nucleo più antico del paese si organizza su un grande colle (Montemagno) intorno ad un primo luogo fortificato, infeudato ai Marchesi di Monferrato. L'impianto medievale, unico nel Basso Monferrato, ancora oggi ben visibile: dalla prima fortificazione, poi divenuta imponente castello coronato da merlatura ghibellina, si dipartono a raggera dodici vicoli chiusi dai resti delle mura a disegnare il "recinto vecchio".

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