Gran Paradiso e Colle del Nivolet

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Ci sono una strada ed una valle, che da Ivrea risalgono chilometro dopo chilometro verso uno dei luoghi alpini più belli del mondo, il cuore stesso del Parco del Gran Paradiso, il parco nazionale più antico d'Italia.

Il punto di arrivo, dopo infiniti tornanti mozzafiato, e paesaggi da favola, è il Colle del Nivolet, a 2612 metri di altezza. Il punto di partenza è la città di Ivrea, verso Castellamonte (patria delle note ceramiche) e Cuorgné, per imboccare la Val Locana. Dopo i primi chilometri, la valle si restringe ed assume le tipiche conformazioni alpine, con foreste di conifere, torrenti, cascate, e all'orizzonte le prime cime innevate dei ghiacciai perenni.

Il cuore di questa valle è Ceresole Reale, addossata ad un lago artificiale che nei mesi estivi si prosciuga lasciando un paesaggio surreale. Da qui il percorso è veramente mozzafiato, e sale vertiginosamente verso il Nivolet con tornanti che salgono sulla montagna, quasi ignorando i limiti della fisica.

Ogni tanto si incontra qualche gruppo di case, piccoli paesi, poi è solo purissima montagna, con panorami fiabeschi su valli verdissime, cime immacolate, laghi dai colori incredibili. L'accesso al passo è regolamentato, e nei mesi estivi (fino ad agosto) è chiuso nei giorni festivi.

Giunti quasi alla vetta, si incontra prima il lago del Serrù, chiuso da una possente diga, e quindi il lago dell'Agnel: qui la strada corre tortuosa sulla diga stessa, lasciando lo sguardo vagare su altezze vertiginose, e quindi risale con gli ultimi strettissimi tornanti fino al Belvedere, da cui si gode un panorama sui laghi e sulle cime circostanti che non ha uguali.

Volendo, si può proseguire ancora per qualche chilometro, scavallando brevemente sul lato della Val Savarenche, e raggiungendo un piccolo laghetto con un rifugio. Da qui, negli anni Settanta, si era pensato di tracciare una via carrabile verso la Valle d'Aosta, opera poi interrotta per incomprensioni tra le regioni, e per motivi naturalistici. Forse è stata la scelta migliore, data l'incomparabile bellezza di questi luoghi che già attira fin troppi turisti motorizzati.

Qui, dopo una breve sosta, si può fare marcia indietro e ripercorrere tutta la Valle, che merita sicuramente uno sguardo in più, e lascia dentro qualcosa, a metà tra la malinconia e lo stupore, qualcosa di unico come la bellezza quasi irreale di questi luoghi, che per primi ispirarono, già dal 1922, il desiderio di preservarli e di proteggerli come patrimonio unico e irripetibile di una nazione.

1 commento:

enrico ha detto...

Bellissimi posti, ho scoperto che la strada dalla parte della Valsavaranche è stata interrotta negli anni 70 dopo 3 km e 2 gallerie fatte.. penso che se un giorno sarà terminata poterà sicuramente + turismo montano e benefici al Parco (naturalm. controllato)... e poi dopo tutto il lavoro e soldi pubblici spesi!