Carcoforo e Valle dell'Egua
I primi riferimenti storici di Carcoforo sono evidenziati in un’antica pergamena – che si trova attualmente nell’Archivio di Stato di Varallo – risalente al 1383 dove si fa riferimento ad un’”Alpe Carchoffeni”. Tale alpeggio è destinato in quegli anni ad essere colonizzato dai Walser, popolazione dell’Alto Vallese (sorgenti del Rodano) che, in ondate migratorie diverse, occuparono il vasto territorio intorno al Monte Rosa.
In località Ferrate è degna di nota la chiesa dell’Assunta, denominata Madonna delle Ferrate per un miracolo legato ad un quadretto raffigurante la Vergine, posto in quel luogo in una nicchia chiusa da un’inferriata.
Proseguendo verso nord si raggiunge il Comune di Carcoforo, uno dei più caratteristici villaggi della provincia ed un tranquillo centro di villeggiatura. L' abitato presenta una complessa mescolanza di edicole moderne in stile classico e vecchi sedili rustici tratti da tronchi grezzi, ringhiere recenti e antichi androni barocchi, tetti di pietra e campanili di epoche differenti. E’ possibile ancora vedere qualche esempio di antiche abitazioni walser tra strade interne lastricate in pietra, non percorribili dalle automobili. Secondo la tradizione il paese potrebbe avere origini tedesche confermate dal nome Kirchof, anche se non esiste alcun documento in merito. Si eresse in parrocchia autonoma nel 1618, staccandosi da Rimasco quasi due decenni prima di Rima. Le case sono di costruzione recente, in quanto il paese venne quasi totalmente distrutto nel 1755 da una terribile alluvione e nel 1863 da uno spaventoso incendio.
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